L’intestino è oggi considerato il più esteso ed il più importante organo del corpo in quanto secerne una grande quantità e varietà di ormoni in grado di influenzare la fisiologia del nostro organismo; svolge un’importante funzione di trasformazione e metabolizzazione dei vari alimenti ed è in grado di pilotare gran parte delle attività vitali del corpo umano ed animale, grazie alla sua vasta microflora autoctona (“Microbiota intestinale”). Oggi sappiamo che il “Microbiota intestinale” si modula in quantità e qualità a seconda di quanto e come ci si alimenta. Importanza sempre maggiore, per mantenere il benessere, viene attribuita ai microbi che albergano nel nostro corpo oltre che nell’intestino anche nella cute, nell’orofaringe-denti, nella mucosa nasale che, nell’insieme, sono dieci volte più numerosi delle cellule che costituiscono il nostro corpo.
La sopravvivenza dell’uomo e del “Microbiota” sono interdipendenti e la loro trasparente collaborazione crea armonia fisiologica e funzionale.
Questa simbiosi, da cui traggono vantaggio sia l’organismo sia la microflora, viene definita eubiosi. La flora batterica intestinale può alterarsi e provocare la disbiosi intestinale, una vera e propria malattia, caratterizzata da alcuni sintomi ben definiti:
• cattiva digestione
• gonfiore
• stitichezza alternata a diarrea
• nervosismo e ansia
• stanchezza mattutina
• disturbi del sonno
• candidosi vaginale
• infezioni del cavo orale
• aerofagia ed eruttazioni fastidiose
• intolleranze alimentari
Numerose sono le cause di disbiosi:
CAUSE ALIMENTARI: diete incongrue, caratterizzate da una carenza di fibre e scarso consumo di vegetali e ricche di generi alimentari raffinati come farine e zucchero, oppure scarsa assunzione di prodotti caseari;
CAUSE JATROGENE: tanti sono i farmaci in grado di creare condizione di disbiosi, soprattutto l’abuso di antibiotici, sulfamidici, corticosteroidi, pillola anticoncezionale, lassativi.
CAUSE INQUINANTI: i coloranti alimentari, i conservanti ed i pesticidi sono in grado, agendo per un tempo sufficientemente ampio, di creare svariate situazioni patologiche tra cui anche la disbiosi.
CAUSE PATOLOGICHE: gravi infezioni intestinali e del pancreas;
parassitosi, ecc.
Il Disbiosi Test
È possibile diagnosticare la disbiosi intestinale attraverso un test sulle urine, che consente di evidenziare l’eccesso o l’assenza di metaboliti derivati dalle attività metaboliche intestinali. Il disbiosi test rileva la presenza nelle urine di due metaboliti del triptofano: l’indicano e lo scatolo.
Il disbiosi test ci dà anche alcune indicazioni sul tratto dell’intestino che soffre maggiormente di uno squilibrio della flora batterica: se è alterato il valore dell’indicano, è l’intestino tenue ad essere più sofferente: in questo caso è consigliabile una supplementazione con un probiotico contenente un ceppo batterico colonizzante soprattutto il tenuo come il lactobacillus acidophilus.
Se invece è lo scatolo ad essere aumentato, il problema è soprattutto a carico dell’intestino crasso, in particolar modo del colon: quindi sarà preferibile una supplementazione con un probiotico che contenga un ceppo batterico colonizzante il colon, come per esempio il bifidobacter bifidus.
Se risultano alti entrambi i valori, allora vuol dire che il dismicrobismo riguarda sia l’intestino tenue che crasso: in tal caso si opterà per un probiotico ad ampio spettro, che contenga per esempio sia acidophilus che bifidus.
La terapia probiotica dura di solito tre mesi, a seconda della gravità della disbiosi.
Alla fine della terapia è consigliabile effettuare un disbiosi test di controllo, per essere sicuri della normalizzazione dei valori di indicano e scatolo.
In pratica questo test permette di individuare l’entità qualitativa e quantitativa del dismicrobismo in atto e di monitorare nel tempo l’efficacia della terapia impostata: una sorta di check-up della corretta capacità funzionale del nostro apparato gastroenterico, con la possibilità poi di vedere impostate terapia assolutamente fisiologiche e naturali, in grado di ripristinarne la corretta funzionalità.